mercoledì 21 maggio 2008

"Buchette del Vino"

Camminando per le strade di Firenze, sulle mura di parecchi palazzi del centro storico si possono notare alcune curiose aperture di piccole dimensioni usate per la vendita del vino direttamente in strada e chiamate le buchette del vino.
Le buchette permettevano di vendere con discrezione il vino al minuto direttamente in strada, evitavano di ricorrere all'intermediazione degli osti e dovevano avere una clientela molto vasta, come dimostra la loro diffusione.
Altra utilizzazione di queste "buchette" riservata esclusivamente ai palazzi nobiliari, era quella di beneficenza. Infatti, si usava lasciare nel piccolo vano che, considerata la sua ridotta altezza da terra garantiva l'anonimato, cibo o una brocca di vino appunto per i più bisognosi.
Dal punto di vista architettonico le buchette aprivano su un vano al pian terreno del palazzo facilmente collegabile alla cantina, dove un servitore curava la vendita delle bottiglie del vino in determinate ore del giorno. Le aperture pemrettevano appena il passaggio di un fiasco e presentano quasi sempre una forma a porticina con un archetto superiore, spesso decorato da una cornice con punta a goccia, chiuso da una porticina in legno. Le eleganti cornici di pietra liscia o bugnata che gli conferivano un sobrio aspetto tanto da essere detti in antico "tabernacoli del vino".
Alcune buchette sono oggi murate, mentre altre riportano ancora lapidi che informano i clienti sugli orari di vendita stagionali. Le meglio conservate si trovano in via del Giglio e in via del Sole (ved.Foto).

mercoledì 7 maggio 2008

Accademia della Crusca


Sede:La Villa Medicea di Castello

Associazione letteraria che ha il compito di studiare e salvaguardare la lingua italiana. Il nome fa riferimento alla necessità di separare la buona lingua (cioè la farina) dalla cattiva lingua (vale a dire la crusca). L'insegna dell’Accademia è quella del frullone, o buratto, il cassone di legno entro il quale il mugnaio separava il fiore della farina dalla crusca; il motto è “il più bel fior ne coglie”, tratto da un verso di Francesco Petrarca, inteso come scegliere il fior fiore della lingua .
Si stabilì anche che tutti gli oggetti e la mobilia dell’Accademia dovessero avere nomi attinenti al grano, alla crusca, al pane, compresi gli stemmi personali degli accademici, Pale di legno in cui era dipinta un’immagine simbolica accompagnata dal nome accademico e dal motto scelto.
L’Accademia si costituì tra il 1582 e il 1583 per iniziativa di alcuni letterati fiorentini che intendevano rivalutare la lingua fiorentina del Trecento, L'opera principale dell'Accademia, il Vocabolario (1612; ampliato e ripubblicato più volte fino al 1923), suscitò immediatamente grande interesse e altrettanto accese dispute riguardo ai criteri adottati; in particolare, a molti non piacque l’aperto fiorentinismo arcaizzante proposto dal Vocabolario, che comunque rappresentò per secoli, in un’Italia politicamente e linguisticamente divisa, il più prezioso e ricco tesoro della lingua comune, il più forte legame interno alla comunità italiana, quindi lo strumento indispensabile per tutti coloro che volevano scrivere in buon italiano.Ebbe grande fortuna in tutta Europa e divenne modello di metodo lessicografico per le altre accademie europee nella redazione dei vocabolari delle rispettive lingue nazionali.
Oggi In Italia e nel mondo l'Accademia della Crusca è uno dei principali punti di riferimento per le ricerche sulla lingua italiana.